02 gennaio 2011

Notizia alli posteri, e avviso per li funghi


La stagione particolarmente favorevole dell'autunno 2009 ha fatto parlare ancora molto dei funghi garfagnini. I funghi porcini della Garfagnana e della Valle del Serchio fanno parte, a pieno titolo, del paniere lucchese dei prodotti tipici tradizionali e locali. Forse è l'unico “prodotto”, assieme alla Trota Fario dei nostri torrenti, ad essere così “come natura crea”, senza nessuna manipolazione. Al di là del sapore del nostro ineguagliabile porcino, il fascino della stessa raccolta dei funghi, ai garfagnini, non dev'essere certo spiegato. Questa sana follia collettiva ci contamina senza pietà e porta, indigeni e forestieri, a batter ogni metro di bosco e selva, a correre instancabili su e giù per le coste appenniniche e apuane alla ricerca del profumatissimo boletus.
Non possiamo dimenticare anche l'apporto scientifico dell'associazionismo e le notevoli e meritevoli iniziative del Gruppo Micologico Lucchese “B. Puccinelli” che da anni organizza mostre sui funghi, pubblica notizie e fa cultura sulla sicurezza del prodotto fungino. Sempre in merito ai rischi di tossicità dei funghi, mai sufficientemente ribaditi, dobbiamo accennare all'importante servizio del Dipartimento di Prevenzione dell'Azienda USL2 di Lucca che, tramite l'Igiene degli alimenti, garantisce tutti i giorni il controllo gratuito dei funghi a fini alimentari per chi voglia usufruirne.
E sempre in merito ai rischi di avvelenamento per funghi ci viene in aiuto un documento rinvenuto nell'Archivio comunale di Molazzana, che risale al luglio del 1779. Il cronista di 230 anni fa è Luigi Pieroni, notaio di Sassi dal 1768 al 1817 e Cancelliere della Comunità che, fra le memorie dell'antico Comune, inserisce una Notizia alli posteri e avviso per li funghi. Racconta il Cancelliere che un certo Giovanni Ferrari abitava in Sassi con moglie e sette figli; tre maschi e quattro femmine. Sembra che la mattina dell'otto mese suddetto, giorno di giovedì, tutti mangiassero funghi, e per tutto il giovedì fino a mezza notte non sentissero alcun male. Nella mezza notte incominciò a sentirsi male Maria Caterina, moglie del detto Giovanni Ferrari ed in seguito tutti li figli, e marito, nel giorno di domenica (10 luglio) morirono in cinque, cioè la moglie suddetta alle ore italiane 8, in seguito alle dodici morì Antonia figlia, alle 16 morì Apollonia pure figlia, alle ventidue morì Giovanna similmente figlia, alle ore 9 dell'11 suddetto morì Antonio figlio, così che in una sola processione la mattina dell'11 furono portati alla chiesa e moniti delli Santissimi Sacramenti (…). Scamparono quindi all'avvelenamento solo il marito con due figli maschi e una femmina.
Il cronista settecentesco già nel titolo dello scritto è chiaro nell'intento: darne notizia ai posteri ed avvisare della pericolosità dei funghi. Un proposito giusto e ancora valido oggigiorno, dove ancora si contano a decine le intossicazioni da funghi nelle stagioni di raccolta.
Conclude il notaio di Sassi, con formula quasi testamentaria (e magari un po' interessata), fra il civile e il religioso, ricordando che il caso serva, e sia a ciascheduno di regola, e di esempio col riflesso che la morte sta nascosta in qualunque cosa, e per qualunque cosa si può morire, a tal effetto (bisogna) stare sempre preparati che non sappiamo ne' l'ora ne' il momento.

Nessun commento: