10 maggio 2006

Storie di famiglia, storie di tutti noi


Non v’è dubbio che la genealogia, scienza che studia la storia delle famiglie, non esprime più, indissolubilmente, quel ramo cadetto del diritto nobiliare, ma è oggi portatrice, spesso, di un sano bisogno di conoscenza delle origini di chiunque di noi. Una sorta di micro-micro storia, dove l’individuo assume il ruolo di tessera elementare di un mosaico che poi si chiama, ai macro livelli, Storia con la S maiuscola. Il gran numero di associazioni genealogiche francesi ci dimostrano, in un paese dove ad una parte della noblesse avevano senza troppe preoccupazioni tagliato la testa, quanto sia forte il bisogno di conoscersi e riconoscersi attraverso la storia dei nostri avi. I legami di parentela, che si perdono fino nella notte dei tempi, se facciamo due conti, ci riuniscono in una grande famiglia universale, riflessione che potrebbe aiutare a superare conflitti, egoismi campanilistici odierni e le attuali organizzazioni sociali sterili e mononucleari.

Sono però oggi, nell’esperienza locale, prevalentemente i discendenti degli emigranti che, desiderosi di prendere conoscenza di un legame spesso interrotto da decenni, chiedono informazioni, notizie, documenti e certificati degli avi lasciati nei paesi della Garfagnana. Non è certo facile, soprattutto a distanza, accedere agli archivi parrocchiali, agli atti dell’anagrafe post unitaria, ai registri notarili: tutte fonti ricchissime di informazioni per ricostruire una spesso intricata tela di relazioni parentali, omonimie, numerose proli e, dall’Ottocento, diaspore emigratorie che decimarono la popolazione facendo perdere traccia di una buona parte dei paesani partiti per La Merica.

Gli sforzi fatti negli anni per riprendere possesso della propria storia familiare hanno prodotto, spesso, interessanti frutti. Se navighiamo in Internet non è difficile imbattersi in siti che riportano, anche con modalità graficamente accattivanti, i risultati di anni di ricerca, svolti a distanza, spesso con un oceano di mezzo. L’utilizzo del computer ha permesso talvolta di trovare corrispondenti locali che, mossi da tanta buona volontà e abnegazione, hanno collaborato alla ricerca del parentado e della storia degli avi dispersi.

Come non citare il percorso fatto dalla famiglia Vanni, figurinai di Vergemoli - Fabbriche di Vallico, giunti fino in Cile, nella seconda metà del 1800, riscoperto negli anni ‘90 da Carlos Vanni?

In portoghese troviamo sul Web anche la storia della famiglia Fiori (Domenico e Giovacchino) partita da Castelnuovo, in Garfagnana, nel 1885, fra i colonizzatori di Vila Flores, città che dista circa 170 chilometri da Porto Alegre, in cui ancora oggi si può vedere il Cafè colonial Casa Fiori.

Fra le storie di famiglia è interessante anche il semplice lavoro fatto dai Davini , originari di Camporgiano e, nella storia, resi famosi dal personaggio del dottor Giovan Battista, medico di Rinaldo I d’Este che, assieme all’illustre Antonio Vallisneri (che poi era il nipote), portarono alle stampe nel 1725 il volume dedicato alla Dissertazione sul bere il vino caldo.

Molto blasonato il sito della famiglia Bertacchi, garfagnini doc dalla notte dei tempi. Chissà se discendono davvero dai Conti di Roccalberti e dai nobili longobardi? Certo è che nei secoli, sparsi per varie discendenze, dal vescovo di Modena del Seicento Pellegrino Bertacchi fino al trasferimento di un ramo a San Paolo del Brasile , la progenie è davvero numerosa.

Non meno curato il portale dei Guidugli di Molazzana che, con una interessante premessa storica sull’origine della famiglia, si dedica poi a tracciarne i percorsi di emigrazione in Austria, Francia, Brasile, USA, Argentina ed Uruguay.

Poche parole di Carlos Vanni ci fanno ben percepire le motivazioni profonde di questa ricerca: fin da ragazzo mi sono sempre domandato quale era l’origine del mio cognome, forse perché appartengo all’unica famiglia Vanni del Cile. Non sapendo niente all'incirca la procedenza (sic) dei miei antenati, mi attirava ancora di più il fatto di cercare seriamente le mie radici. L’unico dato che avevo riguardava il mio bisnonno Alessio Vanni, nato il 19 Dicembre del 1832, che arrivò a Cile procedente (sic) da Fabbriche di Vallico, nella Garfagnana – Lucca – circa il 1860; il suo mestiere era Figurista in gesso. E finalmente giunse il momento del ritorno al paese delle origini, mai veduto, provando sensazioni uniche. Ci ricorda ancora il Vanni: quando camminavo per le strette strade del paese per le quali avevano camminato i miei antenati, le signore che sapevano da dove venivo, mi salutavano affettuosamente invitandomi a casa di loro dove scherzavamo ed alcune finivano anche per commuoversi (…).


[Foto di Fiorelo Décimo Fiori, figlio di Giovacchino Fiori, in Brasile]

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